Ha cominciato a scrivere, dice, a vent’anni, e non ha mai fatto altro per guadagnarsi da vivere. Abbiamo incontrato Michele Serra, quest'anno a teatro con lo spettacolo "L'amaca di domani"
Giornalista, umorista, scrittore e autore televisivo: mestieri che si incrociano e si fondono, con alla base l’arte della scrittura. Michele Serra ha cominciato a scrivere, dice, a vent’anni… e non ha mai fatto altro per guadagnarsi da vivere: La Repubblica, l’Espresso, teatro e televisione, fondando e dirigendo anche il settimanale satirico Cuore.
In questa stagione sarà a teatro con lo spettacolo L’amaca di domani, (info e date dello spettacolo) che prende le mosse dalla rubrica che ha su La Repubblica, dove ogni giorno, da ventisette anni, scrive la propria opinione. Ma scrivere è una forma di potere o una condanna? O è forse un mero esercizio di stile? In questa intervista ci racconta le difficoltà del mestiere dello scrittore, del teatro e del giornalismo di oggi tra libertà d’informazione e la realtà dei fatti.
L'amaca a teatro. Che spettacolo è?
E’ un racconto agrodolce del mio mestiere. Le parole espongono al rischio del ridicolo e al tempo stesso sono decisive per dare dignità ai nostri pensieri. Parlando, o scrivendo, si è sempre in bilico tra il tonfo e il trionfo…
Il sottotitolo è "Considerazioni in pubblico alla presenza di una mucca". Cioè?
Sulla scena ci siamo solo io e una mucca. Purtroppo non in carne e ossa. La mucca serve a testimoniare il silenzio degli animali, che per esistere, beati loro, non hanno bisogno di parlare.
Qual è la parte davvero difficile del mestiere dello scrittore?
Scegliere le parole. Dunque evitare il già detto e il già sentito, il luogo comune, la frase fatta. Le parole devono suonare, avere un ritmo. Quando diventano rumore di fondo sono inutili e nocive.
'Gli sdraiati' ha quasi dieci anni. Scrivendolo oggi, con più anni e punti di osservazione sulle spalle, ma soprattutto nel post-Covid: cosa cambieresti?
Non cambierei nemmeno una riga, anche perché non è un saggio, è un romanzo. Non deve tenere in minimo conto la cosiddetta attualità. Un romanzo è un’opera arbitraria e profondamente personale. Quando scrivo letteratura, o teatro, dimentico di essere un giornalista. Non perché sia un mestiere “minore”, ma perché è un mestiere diverso rispetto alla scrittura letteraria o teatrale. Al contrario, mi capita sempre più spesso, scrivendo sui giornali, di sentirmi scrittore, di lavorare da scrittore e non da giornalista.
Claudio Bisio l'ha portato a teatro nello spettacolo “Father & Son”. Come avete lavorato per la versione da palcoscenico?
Ha fatto tutto Giorgio Gallione, che è un vero maestro nella trasposizione sulla scena della pagina scritta. In questo caso il compito era facilitato dal fatto che il libro è il soliloquio di un padre, dunque è già strutturalmente un monologo teatrale. Poi Bisio è stato bravissimo a restituire, di quel padre, sia il lato comico che quello drammatico.
Parliamo del mestiere di giornalista. In questi giorni ricorre l'anniversario della morte di Anna Politkovskaja, che ha pagato con la vita la necessità di essere una giornalista con la g maiuscola. Da noi e nel resto del mondo comunque le cose non vanno meglio. Quanto si può recuperare la sempre più perduta libertà d'informazione, e come?
Non ci sono solo mafie e dittature, a insidiarla. Ci sono pressioni economiche e seduzioni mercantili altrettanto forti, e molto più subdole. Nei giornali, soprattutto nelle edizioni on line, girano contenuti spesso ambigui, nei quali non si capisce bene dove finisce il giornalismo e dove comincia la pubblicità. Se l’informazione diventa solo una merce per veicolare altra merce, il giornalismo finisce.
Prendiamo due casi recentissimi: il caso Morisi e la sentenza Lucano visti da chi fa informazione.
Mi limito a dire che dal mio punto di vista Lucano è una brava persona indipendentemente dalla valutazione giudiziaria. Mentre Morisi non è una brava persona indipendentemente dalla valutazione giudiziaria. Bisogna recuperare autonomia di giudizio, abbiamo delegato fin troppo alle carte delle Procure il compito di raccontarci il mondo.
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Se vuoi sapere dove sarà in scena Michele Serra con il suo spettacolo, clicca sul titolo dello spettacolo e vai alla scheda dello spettacolo
SPETTACOLO: L'amaca di domani